UN NATALE SPIRITUALE
29/12/2024
Tutta la gioia del mondo nasce dal desiderio di gioia per gli altri, tutto il dolore dal desiderio di gioia per sé.
~ Shanti Deva.
Un altro Natale passato insieme.
E vorremmo ringraziare uno ad uno, ognuno di voi che ci seguite.
Grazie a voi abbiamo approfondito la conoscenza di pietre, benefici, mindfulness e meditazione.
Siamo cresciuti insieme in questo anno.
Abbiamo studiato, sperimentato, investigato e conosciuto nuovi orizzonti.
Vogliamo continuare questo cammino con voi.
Ogni giorno.
Cosa significa Natale Spirituale?
Concetto un po’ strano, dirai tu.
Una festa come il Natale, decisamente di stampo cristiano e occidentale, può essere vista in chiave spirituale?
E come?
Premessa: il nostro non è assolutamente un tentativo di snaturare il Natale, le sue origini e tradizioni, anzi tutt'altro.
Diciamo che è più un invito per tutti noi a coltivare abitudini positive, in un periodo che dovrebbe essere dedicato alla condivisione e alla felicità.
I principi di un Natale Spirituale
~ LA PRATICA DELLA NON VIOLENZA
vivere una vita tentando di non causare dolore tramite le nostre azioni
Questo significa che, ogni volta che stiamo per compiere un’azione, è necessario fermarsi e chiedersi “con questa azione sto nuocendo in qualche modo a qualcuno?”
Attenzione, però! Sottolineiamo che questo qualcuno può essere anche un animale o una pianta.
Ricordi il passaggio di "7 anni in Tibet" quando i monaci non vogliono scavare le fondamenta del tempio per non uccidere i lombrichi?
Ecco, questa è Ahimsa, la non violenza nelle azioni.
Ahimsa prevede la non violenza anche nelle parole e nei pensieri.
Ebbene sì. Non solo è bene non fare del male ad ogni forma di vita, tramite le azioni.
E’, inoltre, chiave non agire negativamente anche con le parole e con i pensieri.
Le nostre parole e i nostri pensieri hanno un potere importante. Essi possono fare del male agli altri.
Possono stimolare azioni dannose.
Ogni volta che agiamo, parliamo o pensiamo facendo del male a qualcuno, è come se attivassimo un circolo di negatività.
L’agire violento, scatena altra violenza.
E non è tutto, se a nostra volta siamo vittime di qualcuno che ha agito non seguendo il precetto di Ahimsa, sarà nostro compito interrompere il circolo.
Il sentiero della non violenza richiede molto più coraggio e forza di quella della violenza.
~ Mohāndās Karamchand Gāndhī
~ non mentire
Secondo la filosofia Buddhista, la sincerità implica non solo di evitare le menzogne, ma anche l’esagerazione, l’inganno, la simulazione e l’ipocrisia.
In caso contrario, non solo inganniamo gli altri. Ma prima di tutto, noi stessi!
Dire solo la verità è, in realtà, molto rivelatore.
Ci aiuta a capirci meglio e a prenderci le nostre responsabilità, così come i nostri meriti.
All’inizio la verità necessita di uno sforzo, perché abbiamo l’abitudine di mentire, soprattutto a noi stessi.
Ma con la pratica diventerà facile, soprattutto quando noteremo che l’onestà ha effetti meravigliosi.
Molte nostre parole sono veramente superflue, triviali e irreali.
Coltivare il silenzio o parlare solo di cose che elevano, dopo aver riflettuto, porta una grande chiarezza, nel nostro spirito e nelle nostre relazioni.
~ l’onestà
La ricchezza arriva per tutti quelli che sono saldi nel principio di non rubare.
Quando si parla di non rubare, ci si riferisce all’evitare di prendere qualche cosa che non ci appartiene.
Non ci si riferisce solo agli oggetti fisici, bensì anche alle idee, alle energie o al tempo.
Rubare, secondo il Buddhismo rende scura la nostra coscienza e rinforza le tendenze dell’ego.
In generale, il furto è una manifestazione di paura e di debolezza di fronte al desiderio.
Cedendo abbandoniamo il nostro potere di padronanza di noi stessi.
Rubare si verifica, quindi, quando desideriamo qualcosa che non ci appartiene e quando passiamo all’azione soddisfacendo questo desiderio.
Quando diventiamo avidi o accumuliamo delle cose, dirigiamo li la nostra energia.
Più semplicemente. “È meglio donare che ricevere”.
Ti lasciamo solo uno spunto di riflessione, a cui potremo dedicarci nel periodo natalizio.
“Sono capace di dare senza volere qualcosa in cambio?”
~ accontentarsi di quello che si ha
Questo si riferisce alla capacità di “vedere l’infinito nel finito“.
Essere capaci, insomma, di apprezzare la magia nelle piccole cose della vita quotidiana.
Per farlo, secondo la tradizione Buddhista, è necessaria la continenza.
In generale, è necessario, dunque, non esagerare.
In linea teorica viene associato alla continenza sessuale.
Coltivarla, infatti, faciliterebbe il lasciare andare una grande fonte di distrazione e dedicare le energie per qualcosa di “meno materiale”.
Senza voler esagerare, possiamo interpretare la continenza come un invito a non eccedere, in termini di piaceri sessuali, di cibo, di desideri di cose materiali, ecc.
"Sono davvero capace di non esagerare e di godere delle piccole cose della vita?"
~ il non attaccamento
Potremmo vedere questo ultimo come “assenza di avidità“.
In generale, si riferisce al non fantasticare sull’acquisizione di beni materiali, né bramare beni che appartengono ad altri.
Spesso ci immaginiamo che, se divenissimo improvvisamente ricchi, troveremmo una felicità duratura.
Tutto falso.
Secondo il Buddhismo, il compiacimento nell’immaginare queste fantasticherie ci allontana dalla realtà e ci ruba energia inutilmente.
Durante le vacanze, proviamo ad elencare tutte le cose materiali di cui non possiamo fare davvero a meno.
Proviamo a liberarci di quelle che non sono davvero essenziali, facendo un po’ di sana meditazione.
Che tutto sia di beneficio
Tashi Delek anime belle
Elisa & Greta