Ikigai: trovare il tuo scopo nella vita
Ah, questi giapponesi quante ne sanno!
In effetti pratico il Buddhismo da più di 30 anni e non c’è giorno che non impari qualcosa di nuovo.
E poi c’è quella stranezza del “caso”, ché non esiste nessun caso, ma la vita se ascoltata ti porta sempre nella direzione del cuore.
Sono sempre stata un’anima alla ricerca.
Ho letto, studiato, approfondito.
Ho viaggiato il più possibile. Fisicamente e mentalmente. Ho sempre lavorato tantissimo, con risultati immensi, e immense soddisfazioni. Ma se lavori tanto, manca magari il tempo per nutrire la tua anima. Manca qualcosa. E la mente se non la controlli, va come una scimmia impazzita. E se ti capita un problema grande, puoi non avere gli strumenti necessari per affrontarlo, se non hai allenato la tua mente a questo.
Oggi, dopo crisi di tutti i tipi che hanno messo alla prova tutti noi, e me in prima persona, posso affermare che finalmente è chiaro, finalmente si è accesa la luce, finalmente conosco la missione della mia vita. Oggi so perché sono a questo mondo. Oggi ho sublimato tutto quel leggere, quello studiare, quel viaggiare, quel lavorare in un unico nucleo, che è diventata la mia vita.
E guarda caso, proprio quando lo scopro, arriva alle mie orecchie la parola Ikigai.
Che cosa vuol dire Ikigai in giapponese?
Come molte parole giapponesi, anche il termine Ikigai ha più significati: IKI vuol dire “vita”, GAI significa “scopo”.
Potremmo dire che quindi significhi “scopo della vita”, ma Ikigai va più in profondità.
Attinge a un bisogno più forte, alla ragione per cui ti alzi ogni mattina più motivata/o della mattina precedente, a ciò per cui vale la pena vivere, a quella cosa che faresti sempre e comunque anche se domani il mondo cascasse.
Cosa mi affascina così tanto della cultura giapponese?
I giapponesi sono spirituali ma anche molto concreti. Io sono una che ha bisogno di toccare con mano. Non mi bastano le mere parole.
Per i giapponesi non esiste la dualità tipica del pensiero occidentale.
Con questa consapevolezza, Ikigai vuol dire anche aver cura del proprio corpo e della propria mente, vuol dire vivere rispettando la comunità e il proprio ambiente, vuol dire essere felici nel senso più completo del termine.
Ehi, lo so, la “felicità”, ... a noi europei quella parola sembra sempre un po’ ridicola.
Preferiamo usare “serenità”, perché la felicità, dai, diciamolo, è un’utopia, è un ideale a cui non si può arrivare mai. Così in fondo ci hanno insegnato.
Forse sembrerà un po’ forte quello che sto per dire ma io penso si tratti di codardia.
Piuttosto che avere il coraggio di rischiare, di andare verso i nostri desideri, piuttosto che prenderci la responsabilità di quello che ci succede, preferiamo dare la colpa alle circostanze, lamentarci della sfiga, ecc...
Praticando il Buddhismo ho imparato che invece la felicità si può costruire.
Gli orientali, al contrario di quello che si può pensare, sono pratici e concreti, e hanno regole da seguire per tutto, soprattutto per governare la nostra mente.
Tutti gli aspetti della vita sono importanti, e per la costruzione della propria felicità, occorre necessariamente prenderli in considerazione tutti.
E così è nato il diagramma di Ikigai, composto da 4 parti. L’intersezione di queste 4 parti è il tuo Ikigai.
Vediamole ad una ad una le 4 componenti dell’Ikigai:
Le Passioni: quello che più ami fare nella vita.
La Missione: quello che è utile al mondo in cui viviamo.
La Vocazione: il tuo talento, quello che sai fare meglio.
La Professione: il lavoro per cui essere pagato.
Quando compiliamo il campo delle Passioni, chiediamoci cosa davvero amiamo fare, cosa ci motiva più di ogni altra cosa.
Proviamo a ricordare cosa ci rendeva felici da piccoli, non solo adesso. E non facciamo entrare in questa sfera i soldi.
Pensiamo piuttosto: “Se non avessi nessun problema di soldi, cosa mi piacerebbe fare adesso, in questo istante?”.
E veniamo ora alla Missione.
Questo è il momento di pensare a come possiamo contribuire a rendere il mondo in cui viviamo un posto migliore.
E ricordiamoci che non è che bisogna fare chissà quali grandi cose per migliorare il mondo.
Parti da te, da quello che sai fare tu, da quello che ti piace fare.
Terza componente: la Vocazione.
Qui la domanda da farci è: in cosa ho davvero talento?
Pensa ai tuoi talenti, alla tua esperienza.
4° componente: la Professione
Infine la cosa per cui possiamo essere pagati, il lavoro che ci permette di guadagnare i soldi necessari alla vita quotidiana che spesso vediamo come una cosa brutta e cattiva, lontana dalla spiritualità ma sono certa che anche questa è una bella credenza limitante.
Conta solo l’intenzione
Può sembrare troppo semplice, lo so, e magari ancora non siamo pronti a scoprire lo scopo della vita.
Spesso per la paura di andare avanti, ci autosabotiamo.
A volte a fregarci è la stanchezza o l’alienazione della vita che conduciamo: il lavoro, la famiglia, la casa, la mancanza di tempo.
Ma se non ci proviamo, la vita ci scapperà di mano e, non darci questa possibilità credo sia il torto più grande che possiamo infliggerci.
Le ferite si risanano, le paure si affrontano, quello che conta davvero è la nostra intenzione.
È l’intenzione a motivarci ad agire, a trovare la nostra strada.
L’età non è una scusa valida
Io ci ho messo parecchio tempo e in questo tempo non ho fatto altro che pensare che ero già troppo vecchia. Lo ero a 20 anni, a 30, lo ero a 40 lo ero a 50, e intanto il tempo passava.
Non c’è un’età giusta per scoprire il proprio Ikigai, l’importante è vivere con l’intenzione di scoprirlo. Quello fa la vera differenza.
Tutto quello che ho vissuto, le esperienze che ho fatto, le azioni che ho intrapreso, sono state delle tappe fondamentali nel percorso che mi ha portato fin qui.
Perché nulla succede mai per caso. E quando perdi qualcosa, e ti struggi, e non ci dormi la notte, e piangi,
ricordati che si perde qualcosa per trovare altro, per rimetterci sul giusto cammino.
Perché quello che deve succedere, succede.
E sai una cosa? Ho la consapevolezza che non è finita.
Perché la vita non è un percorso lineare.
Ho ancora mille cose da imparare, centinaia di esperienze da sperimentare e, immagino, anche tante altre porte chiuse da sfondare.
Non rinunciare al tuo Ikigai
La vita è una, e dobbiamo, vogliamo essere felici, non sereni , o contenti, ma felici.
Non rinunciamo mai a chi siamo veramente.
Per niente e nessuno al mondo. Pensa allo spreco di tutto questo valore.
Lasciamo che il mondo osservi la nostra meravigliosa galoppata, l' incredibile volo in picchiata, le cadute libere, gli schianti, le nuotate in mare aperto.
Lasciamo che li osservi perché ricordati:
l'Universo tifa per te.
Per approfondire il concetto di Ikigai, consiglio il libro di Gianluca Gotto.
E qui devo ringraziare mia figlia Greta, con me da sempre sul lavoro e nella vita, co-founder in questo progetto Atisha. Con lei condivido tutto, e la ringrazio per avermi fatto conoscere i libri di Gianluca Gotto, scrittore, da cui tramite lei, per primo ho sentito parlare di Ikigai in Italia.
"Succede sempre qualcosa di meraviglioso"
di Gianluca Gotto
Grazie a Greta per avermi riportato nella sfera spirituale che mi è sempre appartenuta.
il diagramma del mio Ikigai:
passione: filosofia Buddhista
missione: gentilezza per gli altri animali
vocazione: l'arte, la pittura, la lettura, la moda
professione: 40 anni di lavoro come imprenditrice nel settore degli accessori, gioielli, tessuti.
il mio ikigai: ATISHA
Tashi Delek
che tutto sia di buon auspicio 📿❤️🙏🏼